Le Ama Divers sono donne che si immergono in apnea nei mari giapponesi per pescare principalmente molluschi. Questa tradizione che nasce 3000 anni fa e ora sta andando perduta a causa del cambiamento dell'ecosistema marino e di un ricambio generazionale che non dimostra abbastanza interesse nel volerlo tramandare. Le ama non rappresentano solo un sostentamento economico ma anche una vera e proprio cultura che vede le donne al centro della tradizione e della propria indipendenza economica.
Prima del mio viaggio in Giappone, ho avuto la fortuna di conoscere la giornalista Benedetta Brevini, che in un pomeriggio torbido di luglio, sedute a tavolo di un bar di una piccola ma suggestiva piazza di Scandiano, mi raccontò di queste donne ama e dell'importante tradizione giapponese che vede, appunto, le donne in prima linea.
Benedetta mi ha poi messa in contatto con una guida giapponese di nome Iga che parla italiano e lavora nell'isola delle perle di Mikimoto, dove le ama mostrano e raccontano il loro lavoro alle persone.
Così, il 1' agosto mattina, preso il treno da Ise con destinazione Toba (nella prefettura di Mie), io e Riccardo siamo arrivati alla stazione dove Iga ci attendeva per portarci dalle Ama. Abbiamo percorso un tragitto memorabile sulla costa del mare giapponese, attraverso una natura incontaminata per giungere a un piccolo porto caratterizzato da un deciso odore di pesce e un sentiero lungo una scogliera che avremmo percorso a piedi. Iga, persona straordinaria e esperta brillante ci ha accompagnati fino alla piccola casetta che si scorgeva in lontananza, in fondo al sentiero a picco sul mare. Mentre il nostro sguardo si arricchiva di una vista memorabile, una minuta donna con un camice bianco con una cuffia dello stesso colore in testa ci salutava da lontano. Yoko, dal sorriso contagioso e Tamie, dedita alla griglia, erano le due ama che quel giorno avrebbero cucinato per noi i crostacei da loro pescati la mattina. Entrambe ottantenni, ci hanno raccontato, tra una portata e l'altra, la magia di questo lavoro che con fierezza e orgoglio fanno da più di 50 anni.
Una volta salutate e ringraziate, Iga ci ha portato al museo delle Ama Drivers e ci ha spiegato che in quel paesino era consuetudine trovare i simboli delle ama incisi ovunque:
"Esistono due talismani che accompagnano le Ama", ha iniziato a raccontarci Iga, "Seman: (la stella) che rappresenta la via, il cammino delle ama. Un cammino senza intoppi perché come una stella il tratto del suo disegno é a senso unico, ma può sempre tornare al punto di partenza e Doman (quello che assomiglia ad un cancelletto) il quale é formato da un'insieme di occhi che tengono lontani il male."
L'indomani abbiamo raggiunto l'isola di Mikimoto da soli, su consiglio di Iga, per assistere, insieme ad altri turisti, allo spettacolo della pesca di queste donne che in apnea raggiungono fino a 5 metri di profondità e non restano più di 50 secondi per volta. La precisione, l'impegno e la bellezza dei loro movimenti che trasmette la voglia di non lasciare che questa tradizione vada perduta, ha impresso le nostre menti, prima di rincasare e raggiungere la tappa successiva del nostro viaggio. Una tradizione che ha dato a molte donne la possibilità di lavorare e così di emanciparsi, di creare sorellanza e di lasciare, come i loro talismani, un'importante traccia nella storia del Giappone.
Se anche tu, vuoi conoscere di persona le donne Ama, contatta Iga per avere un'esperienza imperdibile:
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