Diritto all'aborto e legge 194
- aspasiatutteledonn
- 17 mag 2023
- Tempo di lettura: 2 min
Avvicinandoci al 22 maggio e all'anniversario della legge 194 in Italia è giusto trattare il tema del diritto all'aborto. La legge 194, nata nel 1978, grazie ai movimenti femministi e in particolare al movimento radicale di quegli anni, regolarizza il diritto all'aborto per l'interruzione volontaria di gravidanze. Obiettivo primario della legge è la tutela sociale della maternità e la prevenzione dell’aborto attraverso la rete dei consultori familiari, ma la tutela della salute delle donne non è ancora del tutto garantita. Infatti, la legge 194 sancisce la legittimità dell'aborto solo nei casi in cui un medico rilevi e certifichi che la gravidanza costituisce un grave pericolo per la vita della donna o per la sua salute fisica o psichica, dopo il novantesimo giorno.
Nel caso in cui il medico non consideri urgente l’intervento, può invitare la donna a rispettare un periodo di “riflessione” di sette giorni, trascorsi i quali la donna può rivolgersi a un centro autorizzato per l’espletamento della procedura.
La legge quindi permette di accedere a tale diritto, ma a delle condizioni. Inoltre in Italia vi sono ancora tantissime strutture dove l'indice di obbiettori di coscienza fra il personale medico raggiunge l'80/90%. In alcuni strutture sanitarie perfino il 100%.

Questa situazione porta le donne ad esser sprovviste di strumenti sanitari e informazioni per poter scegliere liberamente del proprio corpo senza sentirsi giudicate o perfino indotte ad una scelta.
Parlare del diritto all'aborto e sostenere la legge 194 è quindi molto importante.
Sono ancora tanti gli ostacoli che in molti Paesi in tutto il mondo continuano a impedire alle donne l’esercizio di un diritto fondamentale e quindi l’accesso a un aborto sicuro. Quanto è accaduto recentemente negli Stati Uniti, con la decisione della Corte suprema che ha sovvertito la storica sentenza Roe vs Wade, che riconosceva a livello federale dal 1973 il diritto a interrompere volontariamente la gravidanza, ci ha ricordato che un diritto sarà sempre a rischio se lo diamo per scontato e non lo difendiamo con la stessa forza con cui ci battiamo per conquistarne di nuovi.
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